OLI

Tutta la pittura di Massimo Di Febo da sempre impegnato nella ricerca iconica, è incentrata sulla luce che da sempre è stato il cruccio e la delizia di tutti i grandi del passato da Giotto a Caravaggio per citare i due estremi essendo il primo fautore di una luce dello spirito, mentre l'altro è affascinato dalla luce che diviene palcoscenico del dramma. Proprio per questa prerogativa luministica Di Febo è da considerare una delle  personalità più rilevanti della figurazione in Abruzzo, intento com'è ad estrinsecare una ricerca che sia espressione del proprio mondo interiore e pertanto quasi una carta di identità dell’autore.


A fondamento di questa sua convinzione è possibile evidenziare come tutta la sua ricerca  sia un inno alla purezza e al candore o meglio alla spiritualità, dal momento che elemento prioritario delle sue gioiose e affascinanti scene, ove campeggia la figura femminile, è la solarità tipicamente mediterranea. Ecco, la luce nei suoi dipinti diventa strumento per smaterializzare i corpi delle stupende sue fanciulle, le cui posture sono deliziose e pregevoli come i brani archeologici che sovente fanno loro da contorno.


Si diceva della sua costante fedeltà all’icona: eppure a ben osservare è dato riscontrare in tantissime composizioni del maestro abruzzese squarci di pittura astratta, a dimostrazione della sua consapevolezza culturale circa i linguaggi delle neoavanguardie, in  particolare l’informale.


Tornando al tema preferito, ovvero la donna, va notata la visione spiritualistica, stilnovistica di essa, in antitesi netta con quella che oggi viene chiamata “mercificazione del corpo femminile” a cui si fa ricorso soprattutto nell’ambito del perimetro pubblicitario.  In tal modo egli erige un monumento a questo essere, l’unico che racchiude in sé il mistero della vita, la cui dignità è stata troppo a lungo repressa privando così la storia di un apporto fondamentale per la civiltà.

TECNICA

IL TRATTO

In Di Febo il segno mai è anarchico come accade nella pittura astratta soprattutto informale. Al contrario in lui il tratto è sempre formativo dell'immagine che si afferma nel suo splendore cromatico e luministico.

LA FOGLIA D'ORO

L' inserimento nell'opera del pigmento aureo serve a rendere priù preziosa la scena e ad accentuare la valenza estetica dei personaggi raffigurati, quasi sempre fanciulle in pose di primaverile gioiosità.WORK IN PROGRESS



MASSIMO DI FEBO

LABYRINTH OF WOMAN