BIOGRAFIA

INTRODUZIONE

Artista da sempre impegnato nella ricerca iconica con una  tematica ricorrente, quella femminile. 

La donna diventa in lui simbolo di bellezza e di elevazione spirituale.

MASSIMO DI FEBO

Pittore, grafico e incisore operante nell'ambito dell'arte figurativa

Sin da adolescente ha coltivato la passione per il disegno e la pittura, imitando i grandi maestri dell’Impressionismo francese. Ben presto raggiunge la maturità artistica, cosciente che la pittura non è solo strumento di espressione e comunicazione, ma anche di comprensione della realtà esterna e del proprio mondo interiore. Tema dominante delle sue opere la donna, vista sempre in comunione tra amore e realtà oggettiva. Numerose le mostre collettive a cui ha preso parte (tra queste diverse edizioni del  Premio Sulmona) e le personali allestite sempre con enorme favore dei collezionisti: ricorrenti le sue presenze all’Expo Arte di Bari, all’Arte Fiera di Bologna, Padova Fiera, Ancona Arte. Merita una citazione l’antologica tenuta al Palazzetto dei Nobili dell’Aquila nel 2002. In qualità di grafico ha eseguito copertine per volumi e diverse lastre all’acquaforte che l’artista stampa personalmente nel suo studio. Sue opere sono  state acquisite dalla Pinacoteca Francescana di Falconara Marittima e dal Museo di Nocciano. Consistente anche la sua bibliografia, con interventi critici di illustri studiosi che a più riprese si sono interessati alla sua ricerca pittorica e grafica. Merita in particolare di essere ricordata la bella monografia pubblicata nel 2003 per conto delle edizioni Arte Pentagono dal titolo "Itineranti emozioni", con un saggio di Leo Strozzieri.


Data di nascita: 28 Novembre 1956


info@massimodifebo.com


IL MIO PERCORSO

PERCORSO ARTISTICO-CULTURALE

Massimo Di Febo, dopo gli studi superiori si è dedicato all'arte da autodidatta frequentando studi di grandi maestri e visitando musei e pinacoteche soprattutto d'arte contemporanea. 

Con particolare attenzione ha coltivato, oltre la pittura ad olio, le varie tecniche incisorie e la tecnica serigrafica.


PRIMO PERIODO

​Dal 1980 al 1985

In questo primo periodo che abbraccia un quinquennio già l'artista si concentra sul tema femminile.

La donna è affiancata da un'icona particolare ovvero il manichino che in chiave storica evoca certe opere di Giorgio De Chirico. In lui però questa immagine diviene metafora  della caducità della persona umana a cui viene coartato il principio del libero arbitrio. 

Nella pittura metafisica il manichino è simbolo  dell'uomo senza volto e pertanto della persona automa che viene pietrificata e quasi congelata nei movimenti.

Interessante in questa prima fase artistica di Di Febo il raffronto tra la donna piena di vitalità e il manichino a cui invece è tolta ogni forma di vitalità.

Serve questo raffronto ad esaltare maggiormente la figura femminile iniziando così quella rivalutazione che di essa l'artista farà in tutta la sua carriera.

SECONDO PERIODO

Dal 1986 al 2003

La figura femminile in questo secondo momento della sua ricerca, assume una connotazione spiritualistica poiché viene rivestita da un saio quasi monacale, per cui l'atmosfera che la circonda assume un vero e proprio sapore medioevale di intenso misticismo.

Nel medioevo infatti sappiamo essere sorti gli ordini mendicanti come il francescanesimo il cui saio connotava un'altissima spiritualità che aveva il suo centro nella povertà sia individuale che collettiva.

Di Febo nel porgere allo spettatore la donna rivestita del saio vuole indicare  proprio questo suo interesse per i valori dello spirito e non l'attaccamento a quelli materiali.

Ovviamente anche la colorazione è adeguata a questo suo sentire, per cui sono bandite le tonalità squillanti e l'effervescenza cromatica che invece sarà caratteristica determinante nel prosieguo della sua esperienza pittorica.

TERZO PERIODO

Dal 2003 al 2015

E' il periodo della maturità di Massimo Di Febo.

Come sempre centrale è la figura femminile che assume uno splendore e una magnificenza cromatica straordinaria.

Egli fa ricorso a tutti i ritrovati coloristici e di luminosità per tessere un elogio della bellezza.

Le decorazioni talora archeologiche che la circondano accrescono il fascino delle composizioni generalmente en plein air.

Assai significative le posture delle figure femminili:  esse stanno immote ma al tempo stesso esternano uno straordinario fascino con espressività complesse che vanno dalla soddisfazione alla riflessione più intima, alla melanconia, al sentimento della caducità del presente. Mai comunque le pose sono di ammiccamento tipico del pianeta pubblicitario che siamo abituati a registrare sui mass media.

Quando le donne sono inserite in contesti paesaggistici  a dominare la composizione è la luce che impreziosisce le protagoniste dell'opera vestite non più con castigati abiti come accadeva nel periodo precedente, ma  ricchi  ed effervescenti, quasi di sapore orientale e bizantino.

LE MIE IDEE

LA DONNA

La donna per me è la creatura che per eccellenza è portatrice di bellezza e di vita. Purtroppo la società contemporanea vede molto spesso la figura femminile come oggetto e soprattutto strumento per campagne pubblicitarie.  In questo senso manca quell'alta considerazione che la donna deve avere nella società. Spesso il mio pensiero va al periodo in cui visse Dante che  inneggiando a Beatrice seppe idealizzare la donna dando il sigillo di essere angelicato da ritenere scala che conduce a Dio. Nei miei dipinti la donna ha sì un fascino anche fisico, ma  questo elemento  è sempre moderato da un forte senso di spiritualità accentuata dalla componente luministica. Molto ha influito sulla mia concezione della donna la presenza della mia compagna di vita a cui sono legato da profondo amore.

ISPIRAZIONI

Indubbiamente per un pittore che da sempre ha praticato la figurazione, fonte privilegiata d'ispirazione è il mondo esterno, ovvero la realtà che ci circonda. In modo particolare per me  la figura femminile diventa musa ispiratrice della maggior parte della mia produzione. Poi spesso inserisco  anche scorci paesaggistici e brani archeologici che danno alle composizioni una forte connotazione temporale, quasi passato e presente interagiscano tra loro. Scelgo accuratamente le mie modelle che sappiano ispirarmi non solo per il loro fascino fisico, ma anche e soprattutto per la loro personalità. Sebbene fonte d'ispirazione sia il mondo esterno, questo mai io riproduco in modo veristico, ma cerco di interpretarlo secondo il mio mondo interiore.

EMOZIONI

La pittura è per me fonte di forti emozioni che cerco di riversare sulla tela in modo che il fruitore delle mie opere possa mettersi in sintonia con il mio animo. Le emozioni vanno sempre controllate dalla logica, dalla ragione in modo che vengano rispettate sul piano stilistico i valori formali ed estetici. Solo quando un'opera riesce a dare emozioni allo spettatore è un'opera riuscita.

TECNICHE UTILIZZATE

L'artista è padrone di tutte le più svariate tecniche pittoriche e grafiche che utilizza di volta in volta con padronanza estrema. Si va dai dipinti ad olio, all'acrilico, alle tempere, all'acquerello, ai gessetti. Per quanto concerne la produzione grafica, oltre l'acquaforte e l'acquatinta, Di Febo è noto a livello nazionale per le sue splendide tavole serigrafiche con forte componente materica.


L'ARTE...LA VERA ESSENZA DELLA MIA VITA



IL MIO PENSIERO SULL'ARTE

L'arte è la più nobile delle attività umane, intendendo per arte non solo la pittura, ma altresì la musica, la poesia, la danza e così via. Questa attività è un atto di amore verso l'umanità, poiché il prodotto artistico diventa nutrimento dello spirito per quanti godranno di queste opere. Inoltre l'arte è l'unica attività che sfida il tempo e diventa immortale, eterna. Difatti il messaggio sublime dell'arte  non può mai tramontare e in certo senso esso ha una caratteristica divina. L'arte è eterna come Dio è eterno A mio avviso l'arte dovrebbe essere al di sopra di ogni altra attività umana e pertanto gli amministratori della cosa pubblica hanno il dovere di sostenere gli artisti come accadeva nel passato con il fenomeno del mecenatismo.

Massimo Di Febo